La legge n. 81/17, c.d. il jobs act Autonomi, introduce una serie di misure di tutela per i lavoratori autonomi.
Anzitutto sono individuate alcune tutele per condotte e pratiche contrattuali abusive, come le limitazioni al potere di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali e di recesso del committente, che oggi sono vietate.
Viene poi introdotto un divieto di fissare i pagamenti oltre i 60 giorni, con previsione di interessi sanzionatori in caso di ritardo.
Nel Jobs Act autonomi vengono anche introdotte tutele per le lavoratrici madri, che possono fruire di indennità di maternità per i due mesi precedenti e per i tre mesi successivi dalla data di parto, anche in caso di mancata astensione dal lavoro.
Nuove tutele in termini anche fiscali perché il jobs act autonomi prevede la possibilità di dedurre costi relativi a corsi di formazione o aggiornamento. Si potranno anche dedurre i costi per la certificazione delle competenze professionali .
Il Jobs act autonomi interviene anche con una serie di misure in tema di smart working. In Italia il telelavoro è stato normativamente regolato solamente nella pubblica amministrazione, mentre nel settore privato era sempre stata assente una disciplina.
La normativa in questione, invece, è trasversale perché su queste discipline il jobs act autonomi si applica trasversalmente ai dipendenti pubblici e a quelli privati.
Tale istituto è introdotto nel jobs act autonomi per incrementare la competitività ed agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Esso infatti consente di individuare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilite mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, senza precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro, avvalendosi si strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa.