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Dimissioni per giusta causa e NASPI

Spesso ci capita di dover rispondere alle domande dei lavoratori che intendono rassegnare le dimissioni per giusta causa e ci chiedono se e in quali casi potranno ottenere l’accesso all’indennità di disoccupazione (NASPI).

Anzitutto oc, ha precisato corre brevemente ricordare cos’è la giusta causa e quali sono i casi in cui è possibile rassegnare le dimissioni con effetto immediato, per cause imputabili al datore di lavoro.

La giusta causa è un evento che non consente la prosecuzione, anche sola provvisoria, del rapporto di lavoro.

Rientrano quindi nel concetto di dimissioni per giusta causa tutti quei casi in cui il lavoratore non può continuare a lavorare, nemmeno provvisoriamente, perchè sta subendo un pregiudizio tale da non consentire la prosecuzione del rapporto.

Il problema di identificare i casi di dimissioni per giusta causa sorge dal fatto che la legge non li elenca espressamente. Talvolta lo fanno i contratti collettivi ma la questione di fondo rimane sempre che non esiste un elenco tassativo e solo l’autorità giudiziaria può affermare la sussistenza (o meno) di una giusta causa di dimissioni.

Il problema spesso è collegato anche con il diritto a percepire la NASPI. Se è pur vero, infatti, che – in linea generale – si ha diritto a percepire la disoccupazione se la perdita del lavoro è involontaria (tipicamente, il caso di licenziamento) è anche vero che deve essere equiparata la giusta causa di dimissioni alla perdita involontaria del lavoro, perché, anche in questi casi, la perdita del lavoro non dipende dal dipendente ma dal comportamento del datore di lavoro.

Alcuni casi di giusta causa di dimissioni sono pacifici: il mancato pagamento degli stipendi, la sussistenza di pericoli gravi per la propria salute (e, quindi, anche molestie, mobbing, esposizione a rischi), un pesante demansionamento.

Tuttavia capita che nonostante il ricorrere di suddetti casi, l’Inps non riconosca la domanda di NASPI con la conseguenza che il lavoratore, oltre a trovarsi senza lavoro, si trova senza sussidio di disoccupazione.

In questo contesto, il 26 gennaio 2018 è intervenuto l’Istituto Previdenziale che, nel messaggio 369, ha precisato che, in caso di richiesta di indennità di disoccupazione NASPI per dimissioni volontarie per giusta causa, il lavoratore ha l’onere di autocertificare la sua volontà di difendersi in giudizio contro i comportamenti illeciti del datore di lavoro, nonchè comunicarne successivamente l’esito all’istituto.

Ciò significa, quindi, che nei casi in cui il lavoratore riterrà che ricorrano le condizioni per dimettersi per giusta causa lo potrà fare, ottenendo l’indennità di disoccupazione ma dovrà altresì agire in giudizio, avvalendosi di un Avvocato del Lavoro, per tutelare i suoi diritti, comunicando poi all’Istituto l’esito del contenzioso.

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